Il vino dealcolato è una bevanda che sta guadagnando sempre più popolarità tra coloro che desiderano ridurre il consumo di alcol senza rinunciare al piacere di bere vino. Questo processo, che prevede la rimozione dell’alcol dal vino tradizionale, può offrire una serie di vantaggi, ma non è privo di sfide e controversie. In questo articolo, esploreremo i pro e i contro del vino dealcolato, la normativa attuale riguardante la sua certificazione, e alcune possibili problematiche legate alle frodi.
Cos’è il Vino Dealcolato?
Il vino dealcolato è un vino dal quale è stato rimosso o ridotto significativamente il contenuto di alcol. Questo avviene tramite tecniche come la distillazione a basse temperature, l’osmosi inversa, o altre tecnologie che permettono di separare l’alcol dall’acqua e dagli altri componenti del vino. Il risultato è una bevanda che mantiene le caratteristiche organolettiche del vino, ma con un contenuto alcolico molto basso (spesso inferiore allo 0,5%).
I Pro del Vino Dealcolato
- Opzione per chi non può o non vuole bere alcol: Il vino dealcolato offre una valida alternativa a chi desidera ridurre il consumo di alcol per motivi di salute, religiosi o semplicemente per scelta personale. È perfetto anche per donne in gravidanza, persone che assumono farmaci incompatibili con l’alcol, o per chi deve mantenere un livello basso di alcol nel sangue per motivi professionali o di guida.
- Meno calorie: Essendo privo di alcol, il vino dealcolato ha generalmente un contenuto calorico inferiore rispetto ai vini tradizionali, il che può essere vantaggioso per chi cerca di ridurre l’apporto calorico senza rinunciare al piacere di bere.
- Benefici per la salute: Alcuni studi suggeriscono che il vino dealcolato possa mantenere alcuni dei benefici antiossidanti del vino tradizionale, come la presenza di polifenoli, che possono supportare la salute cardiovascolare senza gli effetti negativi dell’alcol.
- Tendenze di consumo: Con l’aumento della consapevolezza riguardo al consumo responsabile di alcol e alle nuove abitudini di consumo, il vino dealcolato si inserisce perfettamente nelle tendenze di una dieta più sana e moderata.
I Contro del Vino Dealcolato
- Perdita di qualità e complessità: Una delle principali critiche al vino dealcolato riguarda la perdita di alcuni aspetti fondamentali del vino tradizionale. La rimozione dell’alcol può alterare il profilo aromatico e la struttura del vino, riducendo la complessità e la ricchezza che caratterizzano i grandi vini.
- Sapore meno intenso: Molti consumatori segnalano che il vino dealcolato tende ad avere un sapore più blando e meno corposo, una qualità che può non soddisfare chi è abituato al gusto pieno dei vini tradizionali.
- Problemi tecnici nella produzione: La produzione di vino dealcolato richiede tecniche avanzate e costose che non sempre garantiscono un risultato ottimale. Inoltre, il processo può influire negativamente sulla qualità del vino, specialmente se non eseguito correttamente.
- Mancanza di regolamentazioni chiare: Le normative che regolano la produzione e l’etichettatura del vino dealcolato non sono ancora completamente uniformi e chiarite a livello internazionale, creando potenziale confusione per i consumatori e i produttori.
La Normativa sul Vino Dealcolato
La normativa relativa al vino dealcolato varia da paese a paese, ma in generale si applicano le stesse regole che governano il vino in termini di sicurezza alimentare e etichettatura. Da notare che in Italia, la legislazione impone che un prodotto possa essere definito “vino” solo se contiene una quantità minima di alcol pari al 10%. Quindi il vino dealcolato sarebbe un’altra categoria di prodotto che deve avere delle regole diverse.
Dobbiamo considerare che la dealcolazione può essere totale o parziale, quindi il produttore può scegliere se togliere tutto l’alcol o solo una parte, per quanto riguarda i comuni “vini da tavola”.
Mentre, in generale, secondo il regolamento comunitario, i vini “dealcolati” non possono beneficiare di etichette come DOC, DOCG o IGT, poiché questi marchi di qualità sono associati ai vini che mantengono le caratteristiche originali, inclusa la presenza dell’alcol. Pertanto, un vino che subisce il processo di dealcolazione non può essere certificato come DOC o DOCG.
Ma la normativa è il fase di evoluzione e ogni giorno ci sono nuovi aggiornamenti e proposte che vengono fatte dalle associazioni di categoria. Per questo è bene sottolineare che per le denominazioni DOC, DOCG o IGT, si sta pensando di lasciare aperta la possibilità di fare una dealcolazione parziale. L’idea è che per questi marchi la dealcolazione parziale potrà essere fatta solo se saranno i rispettivi disciplinari di produzione a consentirla, disciplinare che dovrà indicare tutti i passaggi da rispettare e la percentuale di alcol che potrà essere tolta.
Quanto appena detto attualmente è solo una proposta fatta da alcune associazioni di categoria per cercare di seguire le esigenze di mercato. Potrebbe diventare realtà, ma anche no. Sta di fatto che l’alcol è uno degli elementi fondamentali che caratterizzano i vini con marchio di origine. Inoltre, nonostante la dealcolazione cerchi di mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche del vino, sui vini più complessi e strutturati come quelli DOC, DOCG o IGT questo processo di dealcolazione rischia comunque di intaccarne la struttura e quindi di renderli poi allo stesso livello dei comuni “vini da tavola”.
Il Dilemma nel Settore del Vino Dealcolato
Nonostante il crescente mercato del vino dealcolato, ci sono anche alcuni rischi associati a frodi e pratiche ingannevoli. Uno dei problemi principali è la possibilità che ci potrebbero essere tentativi di inganno riguardo all’origine del prodotto: alcuni vini di bassa qualità, una volta dealcolati, potrebbero essere venduti come prodotti di alta qualità senza che sia stato effettuato un adeguato controllo sulla provenienza e sui metodi di produzione.
Un altro rischio è la confusione nell’etichettatura, dove i consumatori potrebbero acquistare vini “dealcolati” senza essere pienamente consapevoli del processo e dei suoi effetti sulla qualità e sul sapore.
Infine il dilemma più grande è sui vino totalmente dealcolati. Nella pratica questi vini diventano una semplice bevanda composta da acqua e aromi, ora il dilemma è il seguente: “al produttore conviene realmente coltivare il vigneto, raccogliere le uve, vinificarle e poi togliere tutto l’alcol per avere un prodotto che in poche parole è acqua con aromi i uva?”. Questa domanda pone l’attenzione sulla reale convenienze che le centine hanno nel produrre vini dealcolati e sulla possibilità che alcuni venditori disonesti spaccino un mix di acqua e aromi realizzato in “laboratorio” come vino totalmente dealcolato.
Conclusioni
Il vino dealcolato rappresenta un’interessante alternativa al vino tradizionale per chi desidera ridurre il consumo di alcol, cercando comunque di mantenere l’esperienza sensoriale del vino. Sebbene i vantaggi siano evidenti per alcune categorie di consumatori, le difficoltà legate alla qualità, alla produzione e alle normative vanno tenute in considerazione. Se da un lato la crescita della domanda di bevande analcoliche potrebbe aprire nuove opportunità, dall’altro è fondamentale garantire un controllo rigoroso per evitare frodi e garantire che il prodotto commerciale rispetti le promesse fatte sullo scaffale.